Un gruppo di amici, quattro giorni e un’isola
Così un giovedì di aprile ci diamo appuntamento all’alba alla stazione Termini, direzione Formia, per poi imbarcarci alla volta di Ponza. Assonnati, già affamati e carichi di risate ancora da irrompere, pregustiamo la scoperta di un’isola per tutti noi sconosciuta, mangiando cornetti caldi, sfornati da poco. Avvicinarci piano all’isola, cullati dal leggero rollio del traghetto, è come andare incontro alle braccia tese di uno sconosciuto in procinto di accoglierci in casa sua. Siamo pieni di aspettative, curiosi, un po’ impacciati.
Il primo bagno in un’insenatura mozzafiato, dove senza timore offriamo al sole carnagioni quasi argentee, diventa il punto di partenza di un susseguirsi inaspettato di luoghi e scorci memorabili. Scalare un monte e raggiungere la sua cima, sbirciare tra i resti delle costruzioni che lì vi sorgono, ridere tra noi, sentire il sudore sulla schiena e lasciarsi sorprendere infine dal panorama conquistato è ciò che meglio racconta la condivisione. La felicità che viene restituita dalla conquista di quella piccola enorme libertà – di scoprire, inoltrarsi, percorrere strade non tracciate e di farlo insieme – è un tassello fondamentale nel mosaico, enorme e complicato dell’amicizia. Che in fondo altro non è, se non un viaggio essa stessa.