Piove fondale

Monologo con il cuore sott’acqua.

Piove. Per ora non so altro, non sento altro che la pioggia. Tante dita sottili e decise che picchiettano il balcone, la strada, i tetti. Tictictictictictictictic. Alcune gocce sono più pesanti, più fiere. Tictictictictoctictictoc. Ho sempre associato il suono del pianoforte a quello della pioggia, le dita sui tasti possono essere veloci precise istintive passionali isteriche confuse. I tasti affondano e uno dietro l’altro fanno cadere la pioggia. Implacabile per un certo verso. Nel pianoforte ci sono tutti i suoni della terra. E dal mio balcone se ne vede talmente poco, di mondo. Molte volte ho immaginato di vedere dal mio quinto piano lande verdi, sterminate, che lasciano spazio, appena prima dell’orizzonte, a una sottile ma intensa linea azzurra, blu. Una vera striscia di mare. Là, in fondo. Quello stesso mare che tutto prende e a volte nasconde, uccide. Inghiottisce e custodisce in eterno. E come sarà il suo fondale. Mi angoscia terribilmente il silenzio che dev’esserci laggiù, il buio assoluto. Neanche la vita è riuscita ad adattarsi a quella immobile e aperta prigione.

Un respiro eternamente trattenuto.

In fin dei conti penso che qualche pesce coraggioso e curioso si sarà pure inoltrato tra le gelide correnti tagliando acque impenetrabili. Di impavidi e di impiccioni ne è pieno il mondo, non sarà diverso al piano di sotto! E di poeti, là in fondo ce ne saranno? I sognatori delle acque. Fermi e riparati tra grotte sottomarine liberano nel mare le loro bollicine piene di pensieri, di teoremi magari. Ma anche quelli, il mare prende e inesorabilmente nasconde. Forse l’unica soluzione sarebbe stare zitti. Se tutti gli uomini stessero in silenzio, se i nostri respiri si confondessero col suono del vento e delle foglie, se fosse la terra a parlare, il mare colto da spaventoso stupore reagirebbe al silenzio di cui solitamente si fa portavoce e guerrigliero, liberandosene timidamente, e piano piano, fruscio dopo fruscio, regalerebbe i suoi segreti e i suoi fantasmi, e con agitato e nero impeto svelerebbe cosa davvero si nasconde nel fondo del suo cuore.

E io qui, dal mio balcone, mi domando cosa ci sia nei fondali del mio oceano.